Il Centro Dipartimentale di scienze umane:
In fase di aggiornamento
Avviso del 14/09/2017
Si avvisano i candidati partecipanti al concorso di ammissione al corso di Dottorato di ricerca in "Persona e benessere fra diritto, etica e psicologia " - XXXIII ciclo che le prove d'esame si svolgeranno presso la sede dell'Università Europea di Roma, in Via degli Aldobrandeschi n. 190, secondo il seguente calendario:
Nota: Durante la prova, i candidati potranno consultare solamente i codici non commentati né con la dottrina né con la giurisprudenza.
Avviso del 12/09/2017Avviso del 24/06/2016
Con D.R. 97/16 del 15/06/2016 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Psicologia cognitiva e valutazione clinica" XXVIII Ciclo.
L'esame finale si svolgerà mercoledì 13 giugno alle ore 10.30.
Avviso del 24/06/2016
Con D.R. 96/16 del 15/06/2016 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Categorie giuridiche e tecnologia" XXVIII Ciclo.
Avviso del 30/05/2016
Con D.R. 82/16 del 06/05/2016 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Storia della Civiltà Cristiana. Radici, cultura, identità". XXVIII Ciclo.
L'esame finale si svolgerà mercoledì 15 giugno alle ore 15:30.
Avviso del 19/11/2015
ConD.R. 169/15del 13.11.2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Categorie giuridiche e tecnologia XXVII Ciclo".
Avviso del 19/11/2015
Con D.R. 170/15 del 13.11.2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Psicologia cognitiva e valutazione clinica XXVII Ciclo".
Avviso del 8/10/2015
Con D.R. 155/15 del 01.10.2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Storia della Civiltà Cristiana. Radici, cultura, identità." XXVII Ciclo.
Avviso del 27/07/2015
È previsto il finanziamento di tre borse di studio per il corso di dottorato di ricerca in "Il diritto dei servizi nell'ordinamento italiano ed europeo" (XXXI ciclo) in convenzione con l'Università di Napoli "Parthenope". Scadenza del bando: 20 agosto 2015.
Avviso del 9/07/2015
Con D.R. 96/15 dell'8 luglio 2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Categorie giuridiche e tecnologia" XXVII Ciclo.
Avviso del 9/07/2015
Con D.R. 97/15 dell'8 luglio 2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Psicologia cognitiva e valutazione clinica" XXVII Ciclo.
Avviso del 9/07/2015>
Con D.R. 98/15 dell'8 luglio 2015 è stata nominata la Commissione Giudicatrice per l'esame finale del Dottorato di ricerca in "Economia e Management" XXVII Ciclo.
Normativa nazionale:
Nota del 16 aprile 2014, n. 10475
Indicazioni operative sulle procedure di accreditamento dei dottorati. A.A. 2014-2015
Nota del 24 marzo 2014, n. 436
Linee guida per l'accreditamento dei corsi di dottorato
Art. 4 della Legge 3 luglio 1998, n. 210
come modificato dall'art. 19 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 - dottorato di ricerca
Art 1 del DL 9 maggio 2003, n. 105
Fondo giovani
Decreto Ministeriale 8 febbraio 2013, n. 45
(Regolamento recante modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per l'istituzione dei corsi di dottorato da parte degli enti accreditati)
FAQ relative ai contenuti del Decreto Ministeriale 8 febbraio 2013, n. 45
(aggiornate al 6 maggio 2013)
DM 18 giugno 2008
(importo lordo borse dottorato di ricerca)
Regolamenti dell'Università Europea di Roma (si trovano nella pagina "Statuto e Regolamenti" di Ateneo):
Regolamento per l'istituzione e l'accreditamento delle sedi e dei corsi di Dottorato di Ricerca - emanato ai sensi dell'art. 19 della legge n. 240/10, con D.R. n. 18/13 del 12 marzo 2013 e successivamente modificato con D.R. n. 55/13 del 28 maggio 2013.
Regolamento attuativo ex art.5 del regolamento generale delle scuole dottorali e dei corsi di dottorato - emanato con D.R.328/10 del 04 ottobre 2010, modificato con D.R. n. 71/11 del 26 luglio 2011 e con D.R. 25/12 del 17 maggio 2012.
Regolamento delle Scuole dottorali e dei corsi di dottorato - emanato con D.R. n.28/10 del 16 aprile 2010, modificato con D.R. n. 70/11 del 26 luglio 2011.
Il Progetto si colloca entro l'orizzonte indicato dall'Unione Europea, che, con l'iniziativa "Horizon 2020", identifica nell'inclusività, nella sicurezza e nell'innovazione le caratteristiche che le società europee dovranno possedere per affrontare le sfide, anche economiche, del nuovo millennio. Più specificamente, la ricerca si propone di individuare politiche idonee alla realizzazione di una società dell'informazione inclusiva (e-inclusion) e di elaborare strumenti giuridici capaci di sostenere e dare effettività a tali strategie.
A tal fine, si affronterà innanzitutto la questione del digital divide, nell'ottica di ridurre, in conformità con gli obiettivi dell'Agenda europea per il digitale, il divario nell'accesso alle nuove tecnologie che attualmente si registra a discapito di soggetti svantaggiati e di regioni territoriali periferiche. Tale riduzione potrà realizzarsi con il potenziamento della banda larga e la promozione di un accesso ad internet "veloce" e "superveloce". Solo in tal modo, infatti, si favorirà il passaggio dall'astratta accessibilità alle nuove tecnologie all'effettiva possibilità per tutti di accedere non solo alle TIC ma anche a contenuti informativi, nonché di operare consapevolmente e ad armi pari nella rete.
In tale prospettiva, il Progetto si propone di conseguire diversi obiettivi, tra loro strettamente collegati, il primo dei quali consiste nell'analizzare le politiche di intervento adottate in relazione al digital divide nei vari ordinamenti - anche extraeuropei -, e di qui identificare e proporre quelle che risultino più efficaci sia a livello comunitario, in un'ottica di armonizzazione delle legislazioni nazionali, che a livello nazionale.
Con riferimento all'area di ricerca in materia di tutela della privacy il Programma di Ricerca si pone l'obiettivo, attraverso lo studio della normativa e della giurisprudenza relativa alla protezione dei dati personali, secondo la prospettiva dell'imprescindibilità, rispetto ai parametri dell'inclusione, innovazione e sicurezza, di un pieno adeguamento dei nuovi strumenti di accesso alle informazioni alle prescrizioni in materia, basate sul consenso degli interessati, tale da assicurare la trasparenza nella raccolta dei dati e del loro utilizzo e, al tempo stesso, la sicurezza delle tecnologie utilizzate. Il raggiungimento di tale obiettivo, peraltro, risulta ostacolato dalla disomogeneità delle discipline nazionali adottate nei diversi Stati membri, criticità che la ricerca si propone di affrontare, anche con il supporto di esperienze di ricerca di altri paesi. Il Progetto si prefigge il perseguimento dell'obiettivo della promozione dello sviluppo e del consolidamento del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione. Tale finalità è stata espressamente menzionata tra gli scopi del piano d'azione europeo per l'e-government 2011-2015, "Valorizzare le TIC per promuovere un'amministrazione digitale intelligente, sostenibile e innovativa".
A tal fine è necessaria un'attività integrata volta a responsabilizzare gli utenti sull'uso delle nuove tecnologie ed a migliorare i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni. Nel descritto scenario si inserisce questa attività di ricerca che si prefigge lo scopo di sciogliere i principali nodi giuridici connessi all'utilizzo delle nuove tecnologie nell'ambito della pubblica amministrazione e conseguentemente, di eliminare ostacoli al completamento del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione. Sotto questo profilo, l'attività di ricerca, quale considerata nel suo complesso, si propone di realizzare alcuni fra gli obiettivi principali del Programma Europeo "Horizon 2020".
In relazione al commercio elettronico, il Progetto di ricerca si pone come obiettivo l'analisi degli aspetti problematici connessi all'e-commerce e dell''effettività della tutela degli interessi qualificati coinvolti nell'attuazione del rapporto obbligatorio. L'indagine sarà rivolta non soltanto all'individuazione di soluzioni sul piano interpretativo, ma anche al raccordo della frammentaria normativa oggi reperibile e, ove possibile, alla realizzazione di proposte concrete per una nuova regolamentazione. Una preliminare fase di studio - svolta anche in ottica comparatistica - delle categorie generali applicate al fenomeno della contrattazione on-line, consentirà di comprendere le maggiori criticità della disciplina attualmente vigente e chiarirà l'opportunità di un eventuale intervento del legislatore. Oltre allo studio della prassi degli operatori del settore, un filone di ricerca si concentrerà sulla ricognizione della normativa, interna ed europea, vigente in materia, oltre che delle relative applicazioni dottrinali e giurisprudenziali. Adeguatamente evidenziata sarà la necessità di un raffronto tra conoscenze tecniche ed esperienza giuridica, al fine di raggiungere un risultato idoneo a realizzare gli obiettivi individuati dall'Unione Europea. A tale riguardo, particolare attenzione verrà prestata sulla necessità di un adeguamento giuridico dei meccanismi certificativi telematici in grado di assegnare maggiore certezza dell'identità dei soggetti e a garantire l'integrità delle comunicazioni, anche con riferimento alle tecniche di partecipazione telematica di intervento e di voto nelle compagini sociali.
Il Progetto si propone di indagare altresì sull'applicazione delle regole di responsabilità civile per i danni cagionati a terzi da atti compiuti, o fatti accaduti, in rete. Sotto il profilo delle forme di tutela, obiettivo della ricerca è innanzitutto quello di valutare la concreta realizzabilità di sistemi alternativi di composizione delle dispute tra professionista e consumatore che si trovano in Stati membri differenti con applicazione on-line, ossia di meccanismi che consentano di condurre l'intera procedura a mezzo di strumenti telematici (modelli ODR - on-line dispute resolution). Ci si propone, quindi, di studiare la fattispecie, rappresentando i profili problematici che l'entrata in vigore della disciplina sulle On-line Dispute Resolution potrebbe comportare sul piano applicativo: ad esempio, l'individuazione dei criteri mediante i quali l'unità telematica centrale dovrebbe operare la selezione degli organi di Alternative Dispute Resolution (ADR) competenti a decidere delle sorti della lite tra professionista e consumatore e la previa determinazione dei costi del servizio.
Altro obiettivo della ricerca è quello di analizzare i riflessi dell'applicazione di strumenti e servizi informatici sia nel processo sia in sede di attuazione del rapporto obbligatorio. In particolare, per quanto riguarda il primo aspetto, si definirà uno schema procedimentale per rendere inclusiva, sicura ed innovativa (anche) la gestione giudiziale delle controversie: ciò avverrà con il collegamento dei vari attori e fasi processuali, a cominciare dalla trasformazione dell'attuale fascicolo cartaceo in un fascicolo informatico consultabile a distanza e dall'applicazione delle tecniche di trasmissione certificata delle comunicazioni elettroniche alla notificazione degli atti del processo.
Per quanto riguarda, invece, il secondo aspetto, l'attenzione si concentrerà, in particolare, sull'effettività della tutela degli interessi qualificati coinvolti nell'attuazione del rapporto obbligatorio. Ci si propone di ricostruire, nella prospettiva del diritto sostanziale e processuale, europeo e nazionale vigente, il sistema dei rimedi a tutela del credito nelle diverse fasi di genesi, svolgimento e conclusione del rapporto obbligatorio; nonché di riflettere, alla luce delle acquisizioni maturate nel settore dell'informatica giuridica, sulle caratteristiche e le funzionalità di strumenti di supporto alla tutela giurisdizionale nel passaggio dalla dimensione fisiologica dell'attuazione del rapporto alla prospettiva patologica dell'esecuzione sul patrimonio del debitore.
Il progetto si propone di sviluppare un'attività di ricerca all'interno di alcune delle linee guida fissate dal programma europeo "Horizon 2020" e, segnatamente, di indagare sulla realizzazione di società inclusive, innovative e sicure.
Giova premettere come in tale contesto le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC) hanno assunto un'importanza crescente per i cittadini europei quale fattore di sviluppo per l'occupazione, per l'accesso all'informazione, per la partecipazione sociale, per la fruizione dei servizi, del commercio elettronico e della comunicazione.
La volontà di raggiungere l'obiettivo posto dal programma Horizon 2020 deve, quindi, fare i conti con le ricadute che le nuove tecnologie hanno sull'esercizio di alcuni diritti della persona e dei suoi diritti economici.
Le linee di ricerca del progetto, teso a ricostruire e "sistematizzare" lo status quo della normativa vigente nonché armonizzare ed implementare le discipline nazionali ed europee, saranno: a) e-Inclusion; b) e-Government; c) e-Commerce; d) e-Justice.
Nel contesto della e-Inclusion si svilupperanno le problematiche relative al fenomeno del digital divide, all'accesso ai nuovi servizi della società dell'informazione e alla fruizione degli stessi in rapporto agli spazi sempre maggiori guadagnati dalle privative industriali, nell'ottica di raggiungere un equilibrio tra il diritto di accesso alla conoscenza, il diritto ad informare e quello ad essere informati e le tutele approntate per gli autori dalla normativa in materia di proprietà intellettuale. La ricerca affronterà, poi, l'adeguamento dei nuovi strumenti di accesso alle informazioni alle prescrizioni in materia di trattamento dei dati personali, con lo scopo d'individuare le modalità mediante le quali sia possibile al armonizzare con il quadro normativo comunitario la disciplina interna, al fine di rendere più agevole per gli investitori stranieri il rispetto delle prescrizioni normative e meno complesso il processo inverso per le numerose piccole-medie imprese italiane, anche indicando alcune possibili modifiche legislative volte alla semplificazione delle procedure ed alla riduzione dei costi del trattamento dei dati, attraverso un migliore impiego delle tecnologie informatiche.
La ricerca, relativamente all'e-Government, terrà conto dell'ulteriore esigenza di digitalizzare i contenuti dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione. Contro il divario digitale, infatti, assume rilevanza strategica che i cittadini possano trarre vantaggi significativi dall'amministrazione online e che i poteri pubblici forniscano informazioni e servizi ai quali i cittadini possano accedere più agevolmente e con fiducia.
Una maggior capacità di ricerca e sviluppo e di innovazione in tutti i settori dell'economia, associata ad un uso più efficiente delle risorse, migliorerà la competitività e favorirà la creazione di posti di lavoro. Si presenta necessario, pertanto, adeguare la legislazione europea e nazionale all'era digitale al fine di diffondere nella collettività sempre maggiore fiducia nello strumento informatico e nel suo utilizzo utile alla realizzazione anche di interessi economici. In tale ottica la ricerca approfondirà caratteristiche, prospettive di sviluppo e criticità dello strumento dell'e-Commerce, dell'istituto delle assemblee societarie online e della responsabilità civile dei provider.
In una società inclusiva e informatizzata, un aspetto di primaria rilevanza è dato, inoltre, dalla digitalizzazione dei servizi giudiziari. La ricerca affronterà non solo i profili legati alla materiale realizzazione di strumenti in grado di assolvere alle esigenze degli utenti della giustizia ma si concentrerà sull'impatto di nuove tecnologie nell'ambito di un contesto imperniato su sistemi di tutele, formali e sostanziali, costituzionalmente garantite e radicate nella tradizione giuridica processualistica. Avvertendosi, inoltre, l'esigenza di implementare gli strumenti di Alternative Dispute Resolution (ADR), realizzate per mezzo del ricorso alle tecnologie informatiche, è parso indispensabile orientare la ricerca verso l'individuazione di una compiuta ed armonica disciplina dell'On-line Dispute Resolution (ODR), anche in ottica europea e globale.
L'ODR è stato, peraltro, oggetto di recenti interventi normativi in sede comunitaria e nazionale, tuttavia la normativa ad oggi è limitata a enunciazioni di principio sull'utilità di tale strumento.
Nella prospettiva dell'effettività della tutela dei molteplici interessi coinvolti nell'attuazione del credito, coerente con una politica legislativa funzionale alla creazione e allo sviluppo di società inclusive, innovative e sicure, si rivela di particolare interesse, infine, l'approfondimento dei profili della salvaguardia della continuazione dell'attività di impresa rispetto al tradizionale approccio alle procedure fallimentari, con un'apertura dell'indagine alla disciplina in materia di esdebitazione dell'imprenditore persona fisica.
La libera circolazione delle informazioni e dell'innovazione nel mercato unico costituisce uno dei pilastri su cui regge l'intero impianto comunitario, qualificando la c.d. "quinta libertà fondamentale": e ciò nel presupposto e nel pieno convincimento che una più ampia diffusione del sapere promuova la realizzazione di società inclusive e coese, migliorando la parità delle opportunità e l'eguaglianza tra i cittadini.
Affinché però si possa delineare prima e garantire poi un pieno diritto all'informazione, assicurandone l'accesso, occorre muovere dai profili "a monte" di tipo regolamentare della materia, soffermandosi sulle strategie comunitarie che identificano nella banda larga il driver, il motore, per il sostegno della crescita europea e dell'inclusione sociale, e per uno sviluppo in ambito extra-europeo. Occorre quindi allargare l'indagine alle scelte operate in concreto a livello di politica industriale che puntano sullo sviluppo delle infrastrutture broadband per stimolare la crescita del PIL. In questo scenario tecnologicamente avanzato si innesta il tema di quali interventi ideare ed implementare al fine di facilitare l'accesso ai contenuti disponibili sulla piattaforma internet.
Passando poi ad una verifica "a valle", è la disciplina in tema di proprietà intellettuale ad entrare in gioco, tenuto conto che i diversi istituti di cui si compone e l'istituto autoriale in particolare non tiene, secondo gli studiosi più attenti, in adeguata considerazione l'interesse generale all'accesso all'informazione e alla diffusione della cultura. L'attuale sistema di eccezioni e limitazioni, infatti, risulterebbe insoddisfacente a garantire un effettivo bilanciamento tra controllo esclusivo e accesso pubblico all'informazione, a causa del loro esiguo numero e della interpretazione restrittiva cui sono soggette. Una parte consistente degli studiosi della materia ritiene, pertanto, che occorra privilegiare una lettura delle eccezioni e limitazioni maggiormente in linea con i principi generali da cui esse traggono ispirazione e con gli interessi di rango costituzionale che esse tutelano, al fine di riequilibrare il rapporto con i titolari dei diritti di privativa. Sul ruolo che la proprietà intellettuale può svolgere per promuovere l'accesso, la circolazione e il riutilizzo creativo della conoscenza in rete si segnalano proposte di rimodulazione della portata della tutela, da attuare anche attraverso l'esplorazione di strumenti giuridici diversi. Tale impostazione sembra contraddetta dalle spinte monopolistiche che si registrano con riferimento ad altre categorie di beni immateriali, come il recente riconoscimento dello statuto di diritto di proprietà intellettuale alle informazioni segrete. è questo un tema che sta suscitando crescente interesse anche in sede comunitaria, non solo perché rischia di promuovere un disallineamento tra le discipline nazionali, ma anche perché, così facendo, impedisce alle istituzioni comunitarie di dare impulso ad un ulteriore processo di convergenza nell'applicazione delle regole di proprietà intellettuale.
Sempre legato al profilo dell'e-inclusion è la branca del Progetto legato al diritto alla privacy. Il diritto alla privacy è stato riconosciuto nel nostro ordinamento nel 1975, rinvenendone il fondamento positivo negli artt. 2, 3 e 13 della Costituzione. In questa prima fase, la tutela della privacy era intesa come diritto del singolo a non subire indebite intromissioni nella propria vita, ossia a non vedere violata la propria sfera di libertà privata. La successiva disciplina in materia di tutela dei dati personali, volta ad assicurare alle persone fisiche il controllo sui dati loro riferiti come primo strumento per proteggere la privacy, è stata inserita nell'ordinamento comunitario con la direttiva 95/46/CE, recepita nei diversi Stati membri in modo disomogeneo. Così, mentre il diritto alla privacy aveva assunto un'uniforme connotazione negli ordinamenti giuridicamente più evoluti, differenti modalità pratiche venivano individuate in materia di trattamento dei dati personali. Le differenze presenti nei vari ordinamenti dei Paesi membri dell'Unione Europea rappresentano, come confermato dalla recente proposta di uno schema di regolamento di riforma della materia, uno dei principali problemi per l'effettiva tutela dei dati personali, nonché uno degli ostacoli maggiori all'espansione commerciale di molte imprese.
Al tempo stesso, l'eccessivo tecnicismo della disciplina in materia di trattamento dei dati personali si è dimostrato, in taluni casi, inadeguato a preservare gli utenti dalle intromissioni nella loro privacy e, in altre circostanze, incapace di prevenire abusi, derivanti, in particolare, dalla possibilità concessa agli utenti di proteggersi dietro l'anonimato per commettere illeciti: si pensi, ad esempio, al fenomeno della pirateria informatica ed all'impossibilità dei titolari dei diritti violati di individuare gli autori degli illeciti.
Passando all'analisi dello stato dell'arte relativo al processo di informatizzazione della pubblica amministrazione si osserva come sebbene questo sia iniziato da tempo non si sia ancora riscontrato un effettivo coordinamento istituzionale né un quadro normativo organico.
Le linee di sviluppo del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione non paiono, infatti, percorrere un percorso unitario.
Come è stato evidenziato dalla dottrina, lo strumento della legiferazione è stato utilizzato quale volano per stimolare la diffusione delle nuove tecnologie. Ciò ha dato luogo ad una sorta di metodo sperimentale che ha comportato il susseguirsi di numerosi testi normativi nel volgere di pochi anni a cui non corrisponde un adeguato livello di consapevolezza dello strumento tecnologico oggetto di specifica disciplina.
Le considerazioni sin qui condotte consentono di affermare che il processo di informatizzazione della pubblica amministrazione, lungi dal potersi qualificare in termini di unitarietà ed organicità, si sia finora orientato verso applicazioni di carattere settoriale che ostacolano la creazione di una società della informazione anche nel settore pubblico.
All'automazione dei processi istituzionali si affianca l'altra linea di sviluppo della informatizzazione della pubblica amministrazione: quella della automazione dei servizi a favore dei cittadini. Il ricorso alle tecnologie dell'informazione consente, da un lato, di soddisfare adeguatamente le esigenze di trasparenza e di buon andamento sottese all'operato delle pubbliche amministrazioni, dall'altro, consente di offrire ai cittadini servizi più efficienti in termini di velocità e accessibilità degli strumenti messi a disposizione. Nel descritto scenario si inserisce questa attività di ricerca che si prefigge lo scopo di superare gli ostacoli giuridici al completamento del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione.
La necessaria trattazione del ramo dell'e-commerce nel presente Progetto discende dall'evoluzione tecnologica che ha determinato mutamenti delle modalità di esercizio dell'attività d'impresa e, di riflesso, della disciplina dei contratti a tal fine utilizzati.
Sul piano normativo, giurisprudenziale e dottrinale sono emerse complesse problematiche. Le soluzioni avanzate, tuttavia, non paiono a oggi pienamente soddisfacenti. Nel momento normativo si assiste ad una disciplina insufficiente e disorganica, malgrado i numerosi sforzi sostenuti dalle Istituzioni europee. Nell'ordinamento italiano, l'unico intervento specifico in materia di commercio elettronico è piuttosto risalente. In letteratura si riscontra la presenza di diverse opere che si incentrano sull'opportunità di modulare i tradizionali istituti civilistici, in modo da offrire agli operatori una disciplina conforme alle concrete esigenze. Di contro, sono state proposte soluzioni tese a dimostrare l'inidoneità della normativa vigente a dare compiuta risposta alle istanze dei consociati, con la conseguenza che la regolamentazione potrebbe essere garantita solamente da un intervento normativo ad hoc. Il legislatore, italiano ed europeo, sin dai primi anni del 2000 è intervenuto al fine di disciplinare isolatamente talune fattispecie, con l'obiettivo di implementare e stimolare la fiducia dei consumatori nel mercato virtuale. Numerose sono le ricerche analitiche sulla disciplina di settore; poche quelle che, seguendo un metodo interpretativo improntato a sistematicità, offrono una ragionevole ricostruzione.
Lo sviluppo delle tecnologie informatiche si rivelano centrali anche al fine di agevolare gli investimenti in strumenti finanziari e di promuovere una libera circolazione e una efficiente allocazione dei capitali. Il ruolo decisivo delle TIC nel miglioramento delle condizioni di funzionamento "a distanza" delle società di capitali ha indotto il legislatore comunitario ad emanare, con la Direttiva 2007/36/CE dell'11 luglio 2007, una serie di disposizioni tendenti a favorire l'esercizio "transfrontaliero" dei diritti degli azionisti di emittenti quotati. In ambito nazionale la materia non ha ancora assunto un carattere di stabilità: dopo il recepimento della Direttiva, avvenuta con l'adozione del d.lgs. n. 27/2010 e la successiva modificazione della cornice normativa secondaria da parte della Consob, in data 13 febbraio 2012 il Ministero dell'economia e delle finanze ha pubblicato sul proprio sito un documento di consultazione illustrativo di alcune misure integrative e correttive del d.lgs. n. 27/2010 al fine di apportare modifiche puramente redazionali e di coordinamento e risolvere le criticità cui ha dato luogo l'applicazione di alcuni istituti nel corso della prima stagione assembleare in cui sono stati utilizzati.
La disciplina comunitaria in materia di commercio elettronico è il fulcro, altresì, della normativa vigente in materia di responsabilità civile on-line, e cioè da uso di Internet, studiata, fin dagli Novanta del secolo scorso, soprattutto negli Stati Uniti. La questione della responsabilità degli intermediari, in particolare dei fornitori di "hosting", è fra le più delicate tra quelle trattate nella direttiva. Ed infatti ad essa sono dedicati ben 4 articoli, dall'11 al 14. Per eliminare le incertezze giuridiche esistenti, in analogia con la scelta di politica del diritto adottata negli Stati Uniti, la direttiva esonera da qualsiasi responsabilità gli intermediari che hanno un ruolo passivo, nella misura in cui provvedono semplicemente al "trasporto" di informazioni provenienti da terzi. Inoltre, essa limita la responsabilità dei prestatori di servizi per altre attività intermediarie come l'archiviazione delle informazioni.
In altri termini, i fornitori d'infrastruttura e i fornitori d'accesso non potranno essere ritenuti responsabili delle informazioni trasmesse, purché non diano origine alla trasmissione e non selezionino il destinatario della trasmissione o le informazioni trasmesse.
Il sistema normativo così definito non appare immune da critiche in quanto, tra l'altro, sembra indurre i provider ad evitare di utilizzare filtri finalizzati a prevenire il compimento degli illeciti, e ciò perché l'uso di eventuali filtri potrebbe tradursi tecnicamente in una interferenza del provider nell'attività illecita compiuta dall'utente, con conseguente inoperatività dell'immunità altrimenti garantita al provider dalla normativa in parola.
Con riferimento all'e-justice l'analisi dello stato dell'arte partirà dai rimedi stragiudiziali, con riferimento ai quali si osserva come, più concentrata sui modelli di attuazione dei sistemi di ADR locali, la dottrina non ha ancora manifestato un particolare interesse per le problematiche relative alla risoluzione on-line delle controversie transnazionali tra professionista e consumatore.
Allargando la prospettiva alle negoziazioni transfrontaliere tra professionista e consumatore, lo European Consumer Center (ECC) si occupa della divulgazione di informazioni e documentazioni sulle regole che, in ogni Paese membro, tutelano i diritti del contraente debole sul piano sostanziale e procedurale e della fornitura di assistenza e consulenza per gli eventuali procedimenti extragiudiziali. Si tratta di un mezzo semplice, efficace ed economico al servizio degli operatori del mercato, idoneo ad incentivare gli acquisti transfrontalieri per via telematica o nelle forme più tradizionali anche grazie all'abbattimento delle barriere linguistiche.
Altro filone d'indagine riguarda il processo telematico, introdotto nel nostro ordinamento con il DPR 13 febbraio 2001 n. 123 e successive modifiche e integrazioni. Fulcro centrale delle disposizioni normative è rappresentato dalle regole per l'adozione nel processo civile delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in linea di stretta continuità con i nuovi progetti del Governo di informatizzazione della giustizia che prevedono la digitalizzazione e riorganizzazione degli uffici giudiziari, la dematerializzazione dei procedimenti e la messa in rete dei principali servizi ai cittadini. L'ossatura del processo telematico è costituita dalla rete informatica che collega studi professionali e cancellerie degli uffici giudiziari, trasformando l'attuale fascicolo cartaceo in un fascicolo informatico consultabile a distanza, nonché dalla creazione di un accesso autorizzato alla rete telematica giudiziaria per ogni operatore di diritto, con diversi gradi di abilità e di un indirizzo di casella di posta elettronica certificata per la comunicazione e notificazione degli atti del processo.
Con riferimento specifico al tema dell'esecuzione della prestazione la dottrina e l'evoluzione normativa e giurisprudenziale proiettano sempre più il rapporto obbligatorio in una dimensione di cooperazione, dove il contemperamento degli interessi creditori e debitori incide sensibilmente sulla scelta di rimedi a tutela dell'interesse all'effettiva realizzazione del programma contrattuale. Nell'ordinamento vigente, al principio di universalità della garanzia patrimoniale fa da contraltare quello di proporzionalità, volto ad impedire pregiudizi al debitore oltre la misura necessaria al soddisfacimento dell'interesse del creditore. Il ricorso all'esecuzione coattiva richiama l'attenzione sull'utilità di strumenti idonei a garantire l'efficienza delle operazioni sottese ai progetti di distribuzione dell'attivo. La fase distributiva è dominata dalla vicenda concorsuale tra i creditori, nel rispetto del principio della par condicio. In tale contesto, significativo è il ruolo delle garanzie reali. L'evoluzione del sistema della responsabilità patrimoniale nelle crisi d'impresa conferma la problematicità del rapporto tra autonomia negoziale e tecniche di gestione delle difficoltà economiche e del rischio di insolvenza. L'esigenza di garantire ragionevolezza, proporzionalità ed adeguatezza dei rimedi a tutela del credito mal si concilia con le note rigidità e inefficienze, nonché con la collaudata incapacità delle procedure fallimentari a soddisfare gli interessi del mercato e delle imprese nella soluzione delle crisi aziendali. Tale consapevolezza ha spinto il legislatore ad ampliare la sfera di negoziabilità degli interessi connessi con la situazione di crisi sì da individuare nel fallimento l'extrema ratio. In un contesto di generale ripensamento dei tradizionali modelli di gestione delle crisi d'impresa o del possibile risanamento di quest'ultima, un ruolo importante è affidato al rimedio dell'esdebitazione, ossia un vero e proprio "beneficio" a favore del fallito che abbia tenuto una buona condotta, per incentivare l'imprenditore assoggettabile a fallimento a tenere, sia prima sia durante la procedura, comportamenti tesi a salvaguardare le aspettative di soddisfacimento dei creditori. Evidente, in tali ipotesi, è la centralità della tutela esecutiva quale sede di emersione e di garanzia di una partecipazione attiva, consapevole ed effettiva del debitore e dei creditori all'attuazione del risultato utile nel minor tempo possibile.
Con riferimento all'accesso all'informazione, primo filone della ricerca approfondito dall'Unità dell'Università Europea di Roma e dall'Università di Napoli Federico II, dopo aver delimitato la portata definitoria del digital divide, ci si vuole soffermare sul contributo dell'analisi economica in materia di reti, analizzando se ed in che termini le caratteristiche e le proprietà dei sistemi di rete incidono sulle modalità di comportamento dei suoi operatori. L'apporto degli studi economici appare fondamentale perché sulla base di questi potranno essere indagati i successivi profili regolamentari che meglio tengono conto e rispondono a quelle caratteristiche.
Così definita la cornice di riferimento, si intende fornire un contributo nella direzione di misurarne oggettivamente la dimensione. Tale attività seguirà due direttrici di marcia parallele: da un lato, ci si focalizzerà sul confronto tra sistema italiano ed economie estere sia avanzate che emergenti e, dall'altro, si effettuerà, in un'ottica intrasistemica, un carotaggio più specifico su differenti aree geografiche nazionali (in primis, Mezzogiorno ed aree del centro-Nord, ma anche aree rurali e metropolitane). è sulla base di questa attività che saranno approfondite le politiche di intervento mediante l'istituzione di un benchmarking internazionale tra i vari approcci seguiti per le quattro dimensioni individuate (infrastrutture, taxation, regolamentazione e coesione sociale) e per il disegno di governance adottato. Ciò al fine di identificare le migliori pratiche adottabili nel contesto nazionale. Infine, l'esame dell'approccio di sviluppo della NGN (Next Generation Network) in Italia verrà utilizzato come "caso di studio" nella prospettiva di verificare se gli strumenti valutati come più efficaci siano stati utilizzati per ridurre le barriere all'accesso dei contenuti informativi. Risolvere il problema del digital divide assume, infatti, una valenza prodromica in relazione al tema dell'accesso ai contenuti informativi potenzialmente scambiabili sulla piattaforma tecnologica selezionata; condizione necessaria, ma non sufficiente, per la predisposizione di condizioni di accesso eque e non discriminatorie.
Una volta chiariti i termini del livello per così dire a monte, si intendono approfondire gli aspetti di proprietà intellettuale ed industriale, verificando a valle i limiti endogeni ai relativi istituti ed individuando i correttivi più idonei. Si intendono altresì verificare le scelte operate in termini di diritto vivente e dunque indagare gli indirizzi che si stanno affermando in via giurisprudenziale per contemperare gli interessi dei diversi attori e più specificamente quelli dei titolari dei diritti e di coloro che richiedono di accedere a parità di condizioni alla rete, vuoi per ragioni di informazione e conoscenza, vuoi anche per ragioni commerciali. Qui l'analisi verrà svolta con metodo comparatistico, confrontando le scelte operate nei diversi ordinamenti e verificandone la coerenza rispetto all'obiettivo ultimo di promuovere un corretto bilanciamento degli interessi in gioco. Da questo punto di vista, saranno prese in considerazione le scelte operate al di qua e al di là dell'Oceano, verificando se le linee di indirizzo promosse in altri sistemi possono contribuire a promuovere quello che già da alcuni è stato definito un nuovo paradigma della proprietà intellettuale.
Con riferimento al profilo del trattamento dei dati, l'Unità di Ricerca dell'Università Europea di Roma si prefigge lo scopo d'individuare le modalità mediante le quali sia possibile adeguare al quadro normativo comunitario la disciplina interna, al fine di rendere più agevole per gli investitori stranieri il rispetto delle prescrizioni interne e meno complesso il processo inverso per le piccole-medie imprese italiane, anche indicando alcune possibili modifiche normative volte alla semplificazione delle procedure ed alla riduzione dei costi del trattamento dei dati, attraverso un migliore impiego delle nuove tecnologie informatiche. La ricerca prenderà, a tal fine, in esame anche le recenti modifiche apportate al Codice per la tutela dei dati personali volte a semplificare la normativa interna e ad avvicinarla agli standard assunti dagli altri Stati membri, vagliandone l'efficacia concreta e le criticità emerse in sede applicativa. Tale processo sarà volto, al contempo, a rendere più agevole per gli interessati la tutela dei propri dati anche in ambito transfrontaliero, fenomeno notevolmente accentuatosi in ragione della globalizzazione e della delocalizzazione delle risorse preposte alla gestione dei dati, come avviene, a mero titolo esemplificativo, con i sistemi di gestione da remoto offerti in Rete, cd. cloud computing, che pur consentendo un abbattimento dei costi di informatizzazione e sicurezza, potrebbero violare la disciplina in materia di divieto di trasferimento dei dati non preventivamente autorizzato.
L'Unità di Ricerca dell'Università degli studi di Bologna si propone di risolvere le principali problematiche giuridiche connesse all'utilizzo delle nuove tecnologie nell'ambito della pubblica amministrazione e conseguentemente, di eliminare gli ostacoli giuridici al completamento del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione.
In particolare, dopo aver descritto le tappe del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, attraverso un'analisi privilegiata di carattere nazionale, l'analisi si concentrerà sulle problematiche giuridiche connesse all'uso delle nuove tecnologie, per poi analizzare il panorama comunitario e verificare eventuali divergenze tali da ostacolare l'uniformità del processo.
In seguito, l'Unità analizzerà i limiti che non consentono o comunque ostacolano la fruibilità e la libera disponibilità del dato amministrativo.
Come più volte evidenziato in iniziative e documenti della Commissione Europea, lo sviluppo ed il consolidamento dell'e-government risponde ad una serie di esigenze, quali: attribuire ai servizi pubblici un connotato di efficienza; rispondere alla domanda delle imprese che auspicano una significativa riduzione degli oneri burocratici; garantire la continuità transfrontaliera dei servizi pubblici, indispensabili per sostenere la mobilità in Europa. Sotto questo profilo, saranno oggetto di approfondimento le problematiche giuridiche sottese al ricorso di strumentazioni informatiche idonee a garantire la creazione di un modello di identità federata, attraverso cui al cittadino è attribuito un profilo di identificazione che, garantendo un adeguato livello di sicurezza e affidabilità, consenta di essere "autenticato" indifferentemente da un soggetto pubblico o da un soggetto privato.
Infine, un altro obiettivo dell'Unità di Ricerca dell'Università di Bologna è quello di consentire che l'accesso informatizzato ai servizi pubblici sia generalizzato, eliminando gli ostacoli che ad oggi permangono nel garantire l'efficienza dei servizi anche alle categorie di persone più svantaggiate, che più di altri potrebbero trarre benefici significativi da una amministrazione digitalizzata.
L'Unità di Ricerca dell'Università degli studi di Salerno si pone come obiettivo l'elaborazione di soluzioni per risolvere le problematiche giuridiche connesse al sempre più frequente utilizzo dell'e-commerce nell'attività d'impresa. Il risultato della ricerca tenderà ad individuare i profili interpretativi delle normative vigenti, più funzionali al corretto sviluppo del settore e, ove possibile, alla creazione di proposte per una nuova normativa, organica, completa e sistematizzata nell'ordinamento italo-comunitario, in grado di garantire un apporto all'azione del Programma Horizon 2020. Sarà necessario promuovere l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l'Unione, utilizzare in modo ottimale le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e consentire che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita, creare posti di lavoro di qualità e contribuire ad affrontare le sfide della società europea e mondiale. Per raggiungere lo scopo, tuttavia, l'azione deve essere associata ad imprenditoria e finanziamenti nonché ad un'attenzione particolare per le esigenze degli utenti e le opportunità di mercato.
Si verificherà, in primo luogo, la complessa e disorganica struttura normativa e regolamentare attualmente in vigore.
Al fine di elaborare strumenti di tutela individual-preventiva, l'Unità, oltre a riorganizzare e armonizzare la fitta normativa attualmente in vigore, tenterà di individuare, sulla base delle criticità emerse nella prassi, nuovi e più pregnanti sistemi di tutele, che possano regolamentare più efficacemente la contrattazione on-line tra imprese e tra imprese e consumatori.
Per quanto attiene la fase del trasferimento del denaro, l'Unità di Ricerca si propone di verificare se l'attuale ripartizione del rischio dell'uso abusivo della "moneta elettronica" e di ogni altro rischio connesso è ancora compatibile con l' utilizzo non più occasionale ed economicamente limitato, ma con le modalità sempre più significativamente sostitutive e non aggiuntive anche nei rapporti tra imprese.
Relativamente all'indagine in tema di svolgimento di assemblee per via telematica, l'indagine dell'Unità di Ricerca dell'Università Europea di Roma prenderà le mosse da una verifica empirica sulla prima applicazione delle disposizioni del d.lgs. 27/2010 durante la stagione assembleare 2011. Al riguardo, si anticipa sin da ora che dalla concreta applicazione dei nuovi istituti sono emerse alcune criticità che hanno indotto il Ministero dell'economia e delle finanze ad avviare una fase di consultazione finalizzata all'introduzione di misure integrative e correttive del decreto.
L'Unità di Ricerca dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata si propone di indagare le problematiche inerenti alla macro tematica della responsabilità civile on-line, avendo come obiettivo la redazione di uno studio approfondito sulle principali questioni aperte in argomento, da riversare in una pubblicazione scientifica di alto livello, anticipato da diversi seminari finalizzati a dibattere le questioni aperte ed evidenziare le possibili soluzioni ed i risultati raggiunti dalla ricerca.
In particolare, e tra l'altro, compito dell'Unità di Ricerca in questione sarà l'approfondimento delle ricadute in termini di responsabilità civile dell'evoluzione tecnologica che si è tradotta nella nascita e nella espansione della rete Internet.
La finalità dell'attività che l'Unità di Ricerca dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata si propone di compiere consiste, dunque, nel verificare se l'attuale assetto della rete Internet, intesa come rete di reti telematiche, consente, o meno, alle regole di responsabilità civile di operare in maniera efficiente. Nel caso in cui la risposta a tale quesito fosse di segno negativo, l'ulteriore proposito è quello di provare a proporre soluzioni ai problemi eventualmente verificati.
Con riguardo alle tutele, la ricerca si articola lungo tre direttrici:
A) i meccanismi di risoluzione delle controversie on-line;
B) il processo telematico;
C) l'attuazione coattiva del rapporto obbligatorio.
A) I nuovi modelli di contrattazione, i lunghi tempi e i costi elevati dei processi, nonché la proliferazione di negozi dal basso valore economico spingono il mercato e gli operatori stessi ad affidarsi, per la risoluzione degli eventuali conflitti, a sistemi alternativi e procedure di tipo privato, più economiche, veloci e spesso più efficaci. Obiettivo dell'indagine - che verrà svolta dall'Unità di Ricerca della Seconda Università di Napoli - è valutare la realizzabilità di sistemi di composizione delle liti tra professionista e consumatore che si trovano in Stati membri differenti con applicazione di procedure conciliative on-line, interamente condotte a mezzo di strumenti telematici, prendendo spunto dalla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 novembre 2011 sul modello di piattaforma europea ODR, quale centro di smistamento dei reclami presentati dai consumatori. E' chiara la concreta utilità del sistema di composizione telematica delle controversie e dei descritti meccanismi di agevolazione di proposizione del reclamo presso gli organi extragiudiziali competenti nelle contrattazioni transnazionali. Il fatto che i lavori di costruzione della regola dei sistemi di ODR siano ancora in fieri e l'attuale esistenza di sistemi di risoluzione delle liti alternativi alla giurisdizione statale già esistenti negli Stati membri stimolano la riflessione e forniscono significativi spunti di indagine.
B) Il filone relativo all'analisi dell'impiego delle nuove tecnologie nel processo - aspetto che verrà affrontato dall'Unità di Ricerca dell'Università Europea di Roma - consisterà nello studio dei profili applicativi del processo telematico, in particolare la compatibilità con i procedimenti speciali (come il procedimento d'ingiunzione e i procedimenti cautelari), con i riti differenziati (come il processo del lavoro e, in generale, la materia previdenziale) e con il processo di esecuzione e quello ordinario di cognizione. Saranno anche indagate le potenzialità del ricorso alla notificazione telematica, quale strumento per la costituzione del fascicolo elettronico dei Giudici e l'archiviazione informatica dei documenti, e alla trasmissione in via telematica delle comunicazioni dagli uffici giudiziari agli avvocati e agli ausiliari del giudice. Ci si soffermerà sul tema dell'efficacia probatoria del documento informatico. Muovendo dall'analisi delle norme del CAD e dalla diversa efficacia probatoria riconosciuta alle firme elettroniche c.d. leggere e qualificate si indagherà sulla possibilità di riconoscere valore di prova scritta a documenti privi di qualsivoglia sottoscrizione elettronica. Altro tema d'indagine sarà rappresentato dal meccanismo di disconoscimento della firma digitale in considerazione all'inversione dell'onere probatorio previsto dall'art. 21 del C.A.D.
C) Con riguardo all'attuazione del rapporto obbligatorio, l'Unità di Ricerca dell'Università degli studi del Sannio partirà dalla rilettura in chiave funzionale delle norme codicistiche in tema di obbligazioni e della disciplina del processo di esecuzione orientata al recupero di un metodo improntato ad adeguatezza e proporzionalità, attento agli interessi concreti sottesi al rapporto e alla garanzia di accessibilità, trasparenza e controllo dei criteri di distribuzione del ricavato dell'attivo nelle espropriazioni immobiliari.
Altro oggetto di approfondimento e di intervento è il contemperamento tra esigenze di tutela del creditore e quelle di evitare che il debitore subisca un pregiudizio ingiustificato.
Un profilo aperto all'approfondimento della presente ricerca, rispetto al quale lo strumento tecnologico sembra offrire possibilità applicative, è l'incidenza della circolazione autonoma della garanzia ipotecaria sulla "graduazione dei creditori".
Un ulteriore versante dell'indagine investe l'esdebitazione quale dichiarazione di inesigibilità da parte del tribunale, nei confronti del debitore già dichiarato fallito, dei debiti concorsuali non soddisfatti integralmente (art. 143 l.fall.).
In queste ipotesi, onde garantire pienezza ed effettività della tutela nell'attuazione del rapporto, assume rilievo centrale la procedura esecutiva, quale sede di emersione e di garanzia di una partecipazione attiva, consapevole ed effettiva del debitore e dei creditori all'attuazione del risultato utile, e ad essa si applicheranno le nuove tecnologie dell'informatica giudiziaria, in particolare quelle del processo telematico, onde consentire ai creditori- nel pieno rispetto della posizione del debitore -di conseguire il massimo risultato utile nel minor tempo possibile.
Con riferimento al tema dell'accesso all'informazione, obiettivo del Progetto è la ricerca di un equilibrio tra il diritto di accesso alla conoscenza, il diritto ad informare e quello ad essere informati e le tutele approntate per gli autori dalla normativa in materia di proprietà intellettuale. Si esamineranno gli strumenti giuridici che creano diritti di esclusiva sul bene pubblico "informazione" e, nello specifico, il diritto d'autore. La disamina, analizzati i limiti posti dalla disciplina autoriale all'accesso alla conoscenza, sarà volta a vagliare il ruolo che hanno le c.d. libere utilizzazioni. Si prenderanno in esame inoltre le ricadute, in termini di accesso alle informazioni, derivanti dell'affermarsi delle tecniche digitali di riproduzione e di trasmissione telematica delle opere dell'ingegno. Infine, la ricerca studierà l'attuale tendenza dei legislatori di estendere i diritti di proprietà intellettuale nei settori ad elevato contenuto di conoscenza, al fine di concedere agli operatori economici che più investono in ricerca e sviluppo il controllo esclusivo ed escludente anche sulle informazioni che, come i segreti di impresa o le banche dati, hanno valore economico in sé.
In linea con la dottrina più recente, che privilegia una lettura costituzionalmente orientata delle eccezioni e delle limitazioni autoriali avanzando anche ipotesi di impiego di strumenti giuridici diversi basati sulla pretesa creditoria, l'obiettivo sarà, dunque, definire un quadro giuridico che sappia ponderare i diritti esclusivi, elemento che caratterizza storicamente la legge sul diritto d'autore, con il diritto degli utenti all'accesso pubblico all'informazione, emerso con forza soprattutto in seguito alla digitalizzazione ed alla diffusione delle tecnologie telematiche, nella convinzione che un adeguato bilanciamento tra tali posizioni, apparentemente contrapposte, possa, in realtà, favorire ed incentivare la produzione di opere intellettuali ed il raggiungimento del benessere economico e collettivo.
Quale passaggio successivo, ancora in tema di accesso all'informazione, la ricerca si prefigge di delineare un nuovo quadro della disciplina autoriale italiana in grado di adattarsi alla diffusione di nuovi modelli economici di sfruttamento - la cui adozione è da parte della dottrina vista come un possibile rimedio alle criticità derivanti dalla pirateria - nonché di fungere da stimolo pro-concorrenziale attraverso un'interpretazione costituzionalmente orientata delle libere utilizzazioni. In questo senso, si cercherà di evidenziare, altresì, le possibili soluzioni giuridico-economiche da attuare al fine di superare il digital divide che allo stato attuale permane nel nostro Paese. Vale la pena di confermare come con l'avvento e la crescita delle TIC siano in atto profondi mutamenti nei processi cognitivi e nelle tecniche di accesso all'informazione, che stanno diversamente indirizzando stili di vita, tecniche di competizione economica, modelli di lavoro, così da sollecitare una visione complessiva della nuova realtà apparentemente virtuale e che invece sempre maggiormente stimola e accompagna la realtà materiale. L'obiettivo atteso dalla ricerca è quello di contribuire alla elaborazione di strumenti idonei alla realizzazione di una delle priorità del Programma europeo "Horizon 2020", attraverso l'individuazione di una disciplina giuridica delle TIC efficace e coerente con l'obiettivo europeo. In particolare l'Unità di ricerca si propone di individuare politiche e strategie idonee alla realizzazione di una società dell'informazione inclusiva (e-inclusion) e di elaborare strumenti giuridici capaci di sostenere e dare effettività a tali strategie. La gran parte degli atti, normativi e non, che a livello europeo si occupano della tematica in parola, infatti, hanno un tenore eminentemente programmatico e si chiudono con la constatazione che la sfida più ardua è quella di garantire l'adozione e l'attuazione delle misure necessarie per raggiungere l'obiettivo di una società dell'informazione pienamente e realmente inclusiva.
Il Programma di Ricerca cercherà di ridefinire, nella medesima prospettiva di inclusione, il quadro di tutele degli utenti al fine di proteggerli da indebite ingerenze nella vita privata, ma, al tempo stesso, nella prospettiva di scongiurare i fenomeni di abuso del diritto, riportando le esigenze di protezione al quadro costituzionale delineato dalla dottrina e dalla giurisprudenza in materia di privacy, come effettiva esplicazione della dignità umana, dell'eguaglianza e dell'inviolabilità della persona. In particolare, si cercherà di ricondurre la tutela dei dati personali alla nozione di diritto alla privacy sopra richiamata, delineando le caratteristiche che differenziano quest'ultimo da un'infondata pretesa al diritto all'anonimato. Solo contemperando tutte le diverse esigenze, infatti, si potrà tendere a rendere effettivamente inclusive e tra loro coese tutte le società europee.
Rilevante sarà, in tal senso, comprendere il ruolo svolto nel processo di aggiornamento ed implementazione dal Garante per la protezione dei dati personali nella fase di adozione dei codici deontologici di settore e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con particolare riferimento alle comunicazioni elettroniche. Nello stesso senso, si cercherà di dare risalto all'apporto che può essere fornito dal Gruppo dei Garanti Europei al fine di assicurare maggiore effettività alla tutela dei dati personali all'interno dell'Unione.
La ricerca verrà svolta analizzando, in questa prospettiva, anche le problematiche più significative che solleva il progetto di regolamento "concernente la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati", che la Commissione europea ha di recente presentato al fine di ridefinire una disciplina specifica di settore. Analoga attenzione verrà posta sul progetto di Codice di condotta per social network e imprese ICT di cui è stata annunciata l'emanazione negli Stati Uniti d'America volto a garantire agli utenti la migliore sicurezza, e allo stesso tempo evitare che la questione della privacy diventi un ostacolo all'innovazione e al miglioramento dei servizi.
Con riferimento all'e-government, l'attività di analisi e di ricerca di questo Progetto è strumentale alla individuazione di soluzioni interpretative della normativa vigente, maggiormente funzionali allo sviluppo dell'e-government e, ove possibile, alla proposta di soluzioni alternative in grado di offrire un contributo al piano d'azione europeo per l'egovernment 2011-2015, "Valorizzare le TIC per promuovere un'amministrazione digitale intelligente, sostenibile e innovativa".
Secondo quanto indicato dal citato piano d'azione europeo, è necessario promuovere lo sviluppo ed il consolidamento dell'e-government, attraverso un'attività complessa che, lungi dall'esaurirsi nel miglioramento dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, in termini di efficienza ed efficacia dei processi organizzativi interni, sia diretta all'espletamento di azioni dirette a responsabilizzare gli utenti sull'uso delle nuove tecnologie attraverso la diffusione di una cultura della conoscenza.
L'obiettivo di creare i presupposti per lo sviluppo ed il consolidamento dell'e-government non può trascurare lo studio e la risoluzione delle problematiche giuridiche connesse alle nuove modalità di identificazione e autenticazione dell'utente che si avvale dei servizi della società dell'informazione.
Occorre, in altre parole, attraverso l'offerta di servizi accessibili da parte di tutti i cittadini comunitari, rafforzare in maniera sensibile il mercato unico digitale e completare la legislazione esistente in settori chiave come eIdentification, eProcurement, e-Justice, eHealth, così da offrire vantaggi concreti ai cittadini, imprese e governi europei.
Sotto questo profilo, appare evidente il collegamento con alcuni degli obiettivi principali del Programma Europeo "Horizon 2020", tra cui quello di creare una società inclusiva, innovativa e sicura.
L'obiettivo di realizzare una società inclusiva non può ignorare lo studio e la risoluzione di tutte le problematiche connesse alle nuove modalità di esercizio del commercio. è essenziale, pertanto, definire in via interpretativa ed innovativa la legislazione europea e nazionale nell'era digitale, per favorire la circolazione dei contenuti con un alto grado di affidabilità per consumatori e imprese, nonché al fine di diffondere nella collettività sempre maggiore fiducia nello strumento informatico e nel suo utilizzo. A tal fine, occorre verificare le norme su responsabilità, garanzie, fornitura e risoluzione delle controversie. Il Progetto di Ricerca verrà sviluppato tenendo conto della necessità di esigenze di raffronto e sintesi tra conoscenze tecniche ed esperienza giuridica, per creare un prodotto complessivamente idoneo a realizzare gli obiettivi fissati in sede europea.
Parallelamente si avrà come punto di riferimento la necessità di addivenire a soluzioni in grado di realizzare gli obiettivi di sviluppo del settore e, nel contempo, di inserirsi armonicamente nel sistema giuridico, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento. La sintesi tra queste due esigenze si rinviene nell'individuazione di strumenti in grado di ingenerare in ogni singolo operatore un ragionevole livello di fiducia nel funzionamento del sistema.
Con riferimento all'erogazione dei servizi finanziari per via telematica, l'indagine non sarà indirizzata, come è avvenuto finora, soltanto sui connotati di affidabilità degli operatori finanziari, ma piuttosto atterrà allo studio della congruità, in termini di sicurezza e fiducia negli scambi, della regolamentazione tanto dei rapporti contrattuali quanto della pubblicità e della promozione dei servizi offerti.
La ricerca sarà volta altresì a sottolineare come il ricorso a tecniche di partecipazione "elettronica" di intervento e di voto sia idoneo a stimolare l'attivismo degli investitori istituzionali e a incentivarli nel controllo dell'operato degli amministratori. In questa prospettiva sarà evidenziato come l'ampliamento delle possibilità di utilizzo dello strumento informatico viene incontro alle esigenze dei soci risparmiatori il cui atteggiamento "passivo" dipende, per la maggior parte, dai costi che gli stessi dovrebbero sostenere per partecipare attivamente alla vita sociale. Una più ampia partecipazione degli azionisti determinerebbe inoltre una maggiore attenzione alle loro istanze da parte del management della società e, più in generale, indurrebbe gli amministratori a operare in maniera più virtuosa al fine di evitare censure del proprio operato o, comunque, la mancata approvazione delle delibere sottoposte all'assemblea dei soci. L'analisi svolta in materia di responsabilità civile sarà finalizzata a fornire agli operatori economici che usano internet delle norme effettivamente di rispondere alle loro esigenze.
Gli stessi operatori economici che utilizzano Internet non sembrano inclini a rinunciare alla presenza rassicurante del diritto. Da più parti, infatti, si chiede all'ordinamento giuridico, ed alla componente politica che lo promuove, di affermare la propria autorità e di garantire ai mercati la certezza ed il clima di fiducia che questi ultimi da soli non sono in grado di mantenere nel tempo. In altre parole, le società tecnologizzate, sempre più governate dalle multinazionali che sostengono i partiti politici e promuovono a livello globale lo sviluppo economico e tecnologico, oggi si aspettano che il diritto fornisca la cornice nella quale si possa svolgere al meglio tale sviluppo. Ciò, tuttavia, senza soffocare l'autonomia privata, ed anzi dimostrando che regole giuridiche sanno essere discrete - si potrebbe dire miti - capaci di far sentire la loro presenza soltanto quando serve: quando, cioè, non vi siano strumenti alternativi in grado di perseguire con eguale efficacia ed efficienza gli obiettivi auspicati. Dalla ricerca in materia di ODR ed in particolare dall'approfondimento comparato dei singoli ordinamenti, ci si attende l'individuazione di criteri uniformi sulla formazione dei mediatori competenti a risolvere le controversie e sulle loro attribuzioni specifiche, nonché di principi fondamentali di garanzia che dovrebbero caratterizzare le procedure conciliative delle ADR accreditate presso l'organismo ODR. Si ricaveranno anche le conseguenze derivanti dalla natura telematica delle ODR, che, in assenza del contatto fisico con i litiganti, rende il ruolo del mediatore più complesso. Si perverrà ad uno studio di fattibilità della proposta di istituire regole comuni di pubblicità e trasparenza. Dal punto di vista dell'analisi economica, si concluderà nel senso dell'opportunità che l'attività delle ODR abbia costi contenuti e comunque proporzionati al valore del danno lamentato. Si perverrà anche all'analisi delle conseguenze del rifiuto di una delle due parti di affidare la questione alle tecniche di ADR, ritenendosi che il reclamo non dovrebbe essere trattato. Si valuterà anche l'opportunità di rendere obbligatorie le procedure di risoluzione on-line delle dispute tra professionista e consumatore con carattere transnazionale.
Ulteriore risultato d'indagine riguarda l'individuazione degli interessi che potrebbero trovare soddisfazione grazie all'obbligatorietà dei sistemi ODR, diversi dalle mere esigenze deflattive del carico degli organi giurisdizionali nazionali, e cioè generare la fiducia del consumatore nelle operazioni transfrontaliere di commercio elettronico in funzione del funzionamento del mercato interno al dettaglio.
Quanto alla ricerca sul processo telematico, l'obiettivo consiste nello studio dei profili applicativi del processo telematico, delle modalità di convivenza con le forme tradizionali di espletamento dell'attività giurisdizionale e dell'impatto applicativo in termini di efficienza e vantaggi per gli operatori e utenti del servizio giustizia. In particolare, il risultato atteso è la verifica di compatibilità del processo telematico con i diversi tipi di procedimenti, cognitivi, esecutivi e speciali, con previsioni finali sull'effettiva funzionalità deflattiva dello strumento rispetto al carico del sistema giustizia, funzionalità conseguita con una metodologia diversa dall'attuale, fondata sull'introduzione delle TIC nel processo per via "trasversale", ovvero soltanto per singoli atti.
Quanto all'attuazione del rapporto obbligatorio, la ricerca condurrà alla scelta dei possibili rimedi, al rilievo ed al ruolo delle garanzie e alle ricadute sul piano della tutela in sede esecutiva, all'individuazione, analisi e progettazione di applicazioni delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione in funzione dei servizi alla giustizia. In particolare gli obiettivi perseguiti in dettaglio sono:
Dal punto di vista pratico-operativo, si perverrà:
- all'elaborazione di una proposta, tecnologicamente e normativamente plausibile di utilizzo delle TIC nel processo di esecuzione;
- all'identificazione, in una prospettiva de iure condendo, di interventi normativi da operare per rendere operative ed efficaci le innovazioni proposte.
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